E la felicità, prof?

03 Novembre 2013

Per parlarvi di questo libro userò una lettera, strumento poco usato ma prediletto dal nostro prof e dai suoi alunni; una lettera aperta a studenti, prof e genitori…e non solo!

Carissimi,

ho da poco terminato la lettura del libro “E la felicità, prof?”, scritto da Giancarlo Visitilli, un giovane professore di Bari. A lui va il primo grazie, per aver scritto con tanta cura e affetto questo frammento di vita vissuta, poi il grazie va ai suoi alunni che si sono fatti soggetti principali di questa bella storia.

Bella la scelta di scansionare il libro in primo e secondo quadrimestre, proprio a voler “solennizzare” l’importante tempo che i nostri ragazzi vivono, e a farci assaporare per un po’ il loro quotidiano.

Cosi, come ogni volta che leggo un libro, mi sono catapultata nella storia, senza dare troppo peso a ciò che avevo attorno, gente che passa, sole che cala, tempo che scorre e in un batter d’occhio mi sono trovata tra i corridoi, i banchi, il cortile di quella scuola, una scuola come le altre, come le nostre… e mi sono immersa nelle storie raccontate, storie di tanti ragazzi, che hanno avuto la fortuna di conoscere un prof più attento degli altri, capace non solo di insegnare la bellezza della poesia ma anche di mostrare loro la bellezza della vita!

E tra un’interrogazione e una spiegazione assaporiamo le storie, i sentimenti, le emozioni, le difficoltà e la speranza di tanti ragazzi che vivono la scuola, questa scuola che col tempo offre sempre di meno perché si deve rientrare nelle spese e allora è necessario tagliare di qua e di là e si perde l’obiettivo primario, quello di formare e di educare “mediante lo studio, l’acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica”. Non vado oltre però, perché questo è davvero un libro da comprare, leggere e tenere accanto per “rispolverarlo” di tanto in tanto.

Tante sono le pagine che mi hanno commossa, emozionata, mi hanno fatto riflettere e mi hanno fatto ricordare che le storie di Nicola, Michele , Giulia, Saverio e Livio non sono cosi distanti dalle storie dei “nostri” Nicola, Michele , Giulia, Saverio e Livio e che forse servirebbe solo ascoltarli un po’ di più, ascoltare i loro sogni di felicità, i loro pianti di fragilità e vedere i loro occhi pieni di speranza.

A noi dimostrargli che il futuro è nelle loro mani, che alla via più “facile”, a volte troppo facile, si può scegliere una strada alternativa, certo sarà un cammino in salita ma pieno di belle soddisfazioni. E sarà bello vederli crescere, realizzarsi e magari un giorno sentirli dire: “prof! è questa la mia felicità!”.

Sonia Nardella