La Nostra Storia

L'AZIONE CATTOLICA NELLA DIOCESI DI SAN SEVERO

Nella Diocesi di San Severo l’Azione Cattolica è stata fondata nel 1911 da don Felice Canelli, con l’apertura del “Circolo don Bosco” presso la parrocchia di Sant’Antonio Abate in San Severo. I circoli della “Società della Gioventù Cattolica” segnano i primi passi della GIAC (gioventù italiana di Azione Cattolica) a cui potevano aderire solo i giovani.

Sarà Armida Barelli ad aprire le adesioni all’AC anche alle giovani nel 1918 e poi ai ragazzi; la GF (gioventù femminile) sarà funzionante in San Severo già nel 1919, sempre per opera di don Felice.”Preghiera, Azione, Sacrificio” il programma della GIAC, “Eucarestia, Apostolato, Eroismo” quello della GF. In ambedue don Felice trova stretta affinità con le sue convinzioni più profonde che si esprimono nel privileggiare la formazione spirituale dei giovani laici perchè siano testimoni credibili nel mondo e contribuiscano con l’esempio della loro vita a diffondere il Regno di Dio nel mondo.

Nella Diocesi di San Severo la Gioventù Femminile di Azione Cattolica si diffuse in quasi tutte le parrocchie, incoraggiata e sostenuta dai Vescovi, accolta dai Parroci che vedevano in queste giovani formate cristianamente, assidue nella preghiera, disponibili a qualsiasi sacrificio per amore di Gesù, ubbidienti agli insegnamenti del Papa e della Chiesa, delle collaboratrici validi e ben affidabili per la preparazione dei bambini al catechismo e la formazione di altri giovani.

La storia dell’Azione Cattolica è segnata da molti esempi di santità. Nella nostra diocesi il più conosciuto è quello di Rosina Petruzzellis (1918 – 1948) che offre la sua vita per la santificazione del fratello sacerdote don Peppino e di tutti i sacerdoti. Moltre altre giovani offrono la loro vita per la difesa della chiesa, tante altre si consacrano a Cristo in diverse congregazioni o come vergini nel mondo.

Oggi l’Azione Cattolica nella nostra realtà diocesana è presente in 21 parrocchie su 35; In quasi tutte sono iscritti ragazzi (ACR) giovani ed adulti. L’impegno della formazione umana e spirituale, della fedeltà al magistero della Chiesa, nell’apostolato, visto come partecipazione alla stessa salvifica missione della Chiesa è molto vivo, vissuto con tenacia e determinazione nonostante le difficoltà e le sfide del secolarismo che oggi il cristiano incontra.

I PRIMI PASSI DELLA "SOCIETÀ DELLA GIOVENTÙ CATTOLICA ITALIANA"

Nel 1867 Mario Fani e Giovanni Acquaderni danno vita al primo nucleo della “Società della Gioventù Cattolica Italiana”, che molti anni dopo prende il nome di Azione Cattolica. Il motto che sostiene il loro impegno, “preghiera, azione, sacrificio”, racchiude il programma cui si ispirano: la devozione alla Santa Sede, lo studio della religione, la testimonianza di una vita cristiana, l’esercizio della carità.

Nel 1923 si procede a ristrutturare complessivamente l'Associazione. L’Azione Cattolica viene costituita in 4 sezioni: la Federazione Italiana Uomini Cattolici, la Società Gioventù Cattolica Italiana, la Federazione Universitari Cattolici Italiani, l’Unione Femminile Cattolica Italiana.

GLI ANNI DEL FASCISMO ED IL PERIODO DELLA GUERRA

L’Azione Cattolica, durante il periodo fascista, è l’unica realtà extraregime che possiede la legittimità di operare in maniera più o meno autonoma. Nel 1931 Mussolini, contravvenendo agli accordi precedentemente sanciti, ordina la chiusura dei circoli dell'AC; egli, infatti, coglie e teme la minaccia insita nell’attività formativa da essi svolta.
I rapporti tra cattolici e regime si incrinano definitivamente dopo il sodalizio tra l’Italia e la Germania nazista.

IL DOPOGUERRA E LA FASE COSTITUENTE

All’indomani del secondo conflitto mondiale, la voglia di rinascita si unisce al desiderio, espresso in forme diverse nella società italiana, di ricostruire le basi democratiche del Paese. Risulta prezioso il contributo offerto dall’AC, e nello specifico dagli universitari ed intellettuali cattolici, alla stesura della Carta Costituzionale (il Codice di Camaldoli).
Negli anni del dopoguerra cresce il numero di adesioni: nel 1943 gli iscritti sono circa 2.500.000 e giungono nel 1959 a 3.372.000.

GLI ANNI DEL CONCILIO

Primavera della Chiesa, il Concilio Vaticano II si fa interprete dell’ansia di rinnovamento che la anima.
L’evento conciliare legitta pienamente il mandato alla missionarietà dei laici e, per la prima volta, parla espressamente dell’AC come scuola di formazione per un laicato responsabile, che fa proprio il fine apostolico della Chiesa: l’evangelizzazione, la santificazione degli uomini e la formazione cristiana della loro coscienza.
La sensibilità di Giovanni XXIII accoglie il desiderio di una Chiesa che intende mettersi in ascolto dei segni dei tempi, che sa farsi sorella e madre, compagna di viaggio dell’intera famiglia umana.

ANNI '70: LA PRIORITÀ EDUCATIVA E LA SCELTA RELIGIOSA

L’AC sceglie di fare proprie le istanze proposte dal Concilio Vaticano II e decide di rinnovare la struttura organizzativa.
Sono gli anni della presidenza nazionale di Vittorio Bachelet. Nel 1969 l’AC si dà un nuovo statuto, nel quale si organizza la vita associativa attorno a due settori: giovani e adulti. Si ribadisce, altresì, la necessità, come associazione, di mettersi a servizio della Chiesa locale.
Prende corpo l’intuizione educativa dell’AC, l’ACR; facendo leva sul taglio esperienziale, si inaugura un modo nuovo di fare catechesi. Matura con maggiore consapevolezza il fatto che l’attenzione educativa debba trasformarsi in stile ed esperienza di tutta quanta l’associazione.

Gli anni del dopo Concilio sono anni fecondi, in cui si avverte l’esigenza profonda di declinare le intuizioni conciliari in prassi quotidiana. Alla luce di ciò è possibile leggere la maturazione della scelta religiosa.

ANNI '80-'90

A metà degli anni ’80 si dà vita alla stesura del Progetto formativo apostolico unitario e si definiscono le metodologie ed i cammini formativi per le diverse età.
L’AC, sollecitata dagli eventi internazionali, si apre alla dimensione globale, collaborando in maniera più attiva alle Organizzazioni cattoliche internazionali e promuovendo iniziative educative e di sostegno in zone segnate da svantaggio socio-economico.

ANNI 2000

Il nuovo millennio si apre con una carica di novità e con una forte tensione verso il rinnovamento dell’associazione.
Durante l’Assemblea Straordinaria del 2003 si approva lo statuto aggiornato. I cambiamenti sociali e culturali della contesto italiano, infatti, provocano l’AC a ripensarsi per rendere più efficace il proprio impegno educativo e pastorale. Si avverte l’urgenza, pertanto, di riscrivere il Progetto formativo, affinché il servizio alle singole comunità locali sia il riflesso di una Chiesa che sappia “inter-cedere”, sollecitando le domande di vita degli uomini e delle donne di questo inizio millennio.
La festa-pellegrinaggio di Loreto nel settembre del 2004 sugella l’impegno dell’AC a rispondere con slancio rinnovato alla propria chiamata alla missionarietà, divenendo capace di leggere con sapienza il momento storico che è chiamata a vivere.